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Una bella recensione su www.mangialibri.it

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L'odore di un'immagine

altSergio Consani
Books & Company 2005

Davide e Lea si conoscono da sempre, ma Davide non lo sa. Frequentavano la stessa scuola, e Lea era innamorata di lui: gli aveva confessato il suo amore su un bigliettino che lui aveva deriso e lasciato sul pavimento, tutto stropicciato. Però. La vita va dove vuole, e Lea ritorna nella vita di Davide con misteriosa prepotenza, e insieme a lei arrivano ricordi e incubi visti attraverso i vetri di una vecchia casa con la porta verde scrostata dal tempo. Davide, voce narrante, è uno scrittore la cui mano viene stretta da Lea, bionda ed enigmatica donna dal sorriso triste e i capelli sempre spettinati: la mano di Lea lo conduce nelle strade vecchie e piene di odori della città, lo spinge a guardare un passato che, per una magia strana e inquietante, si rende visione attraverso la finestra della casa di lei bambina. E con le immagini Davide scopre traumi e tristezze, orrori e silenzi, e dipana poco a poco il filo intricato di due esistenze, l’esistenza di Lea e quella del padre deportato in campo di concentramento perché ebreo e segnato per tutta la vita dall’insensata violenza ricevuta. E intanto scrive, Davide. Un libro che intitola “L’odore di un’immagine”, con la storia di Lorenza, la protagonista, con la quale Lea si identifica, fino a un finale che sembra unire le due donne nella medesima sorte…
Sergio Consani sa scrivere. Questa è la prima, istintiva riflessione quando si chiude il libro la cui lettura appassiona, coinvolge e non si riesce a interrompere se non al prezzo di continui ritorni. La storia è una psicanalisi concretizzata in una relazione d’amore dalle tinte magiche: una finestra buia e vecchia rimanda le immagini della vita di Lea bambina, e con la mano stretta a quella di Sergio Lea ritorna a un passato con il quale deve ormai trovare un armistizio. Un onorevole compromesso. Gli esempi di storie come questa sono molti in letteratura, e chiunque abbia un minimo di conoscenza della filmografia di Hitchcock non può evitare di pensare a Marnie, trascinata sotto la pioggia alla casa della madre e regredita di colpo ai traumi di bambina. La scrittura di Sergio Consani regge la trama, non indugia nel dolore così come evita la pedanteria o la ricerca della facile emozione parlando di lager e deportazioni. Non che nella narrazione manchino i momenti di maggiore pathos: la descrizione della morte di due piccoli gatti brutalizzati con ferocia costringe a chiudere il libro per respirare, e riprendere la lettura solo dopo qualche istante di distacco. I dialoghi sono realistici e con qualche sbavatura lessicale sicuramente voluta che rende concreta la visione dei protagonisti, le descrizioni ambientali sono vivide e accuratissime e i personaggi appaiono progressivamente, con grazia ma anche con estremo realismo: L’odore di un’immagine è un romanzo bello, che vale la pena di leggere e ricordare. [mariagiovanna luini]

Questa recensione è stata scritta da Mariagiovanna Luini, scrittrice. Il suo blog: http://mariagiovanna.typepad.com  sul sito www.mangialibri.it


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